LE JENE DEL QUARTO POTERE

Da mercoledì 13 settembre 2023

Per quattro mercoledì di seguito, dal 13 settembre al 4 ottobre compresi, ci troviamo presso la biblioteca di Seriate per vedere quattro film. Proiezione alle ore 21 e a seguire dibattito (e ogni tanto qualche dolciume)

Giungla d’asfalto (1950) di John Huston è la storia noir di una rapina che, mettendo i colpevoli al centro dell’attenzione del pubblico, è servita come fonte di ispirazione creativa per molti registi (viene in mente anche Tarantino con Le jene). Si dice che la sua influenza sia stata cosi potente da avviare un intero sottogenere. Cupo e realistico, è avvincente quanto lo sono i thriller, con un grande uso di attori affermati come Sterling Hayden, James Whitmore e Sam Jaffe, una perfetta colonna sonora di Miklós Rozsa e l’esperienza nelle luci del cinque volte candidato all’Oscar Harold Rosson.

Bob il giocatore (1956), heist-movie di Jean-Pierre Melville, è ricco di atmosfera, stile e personaggi imperfetti e sono queste qualità, insieme ai suoi momenti di umorismo secco e divertente ironia, a renderlo così memorabile. Bob, con i suoi capelli bianchi, la sua faccia devastata, la sua sfortuna e il suo modo di fare bella figura allo stesso tempo, è interpretato con naturalezza da Roger Duchesne.

Interprete ideale del ruolo, fin dall’inizio del film dimostra la derisione della propria vita: contemplandosi di primo mattino in una vetrina, il viso stanco, ma elegantissimo in un impermeabile leggero e di feltro, si dice “Quelle belle guele de voyou”(Che bella faccia da delinquente).

La Grande Nebbia (1953) di Ida Lupino, dramma che espone candidamente l’argomento fin dal titolo originale, The Bigamist (Il Bigamo), ci dice molto sulla politica sessuale dell’epoca.

Ma è davvero un noir? Un classico noir potrebbe mostrare un uomo sposato che si innamora di un’altra donna e poi cospira con lei per uccidere sua moglie. Questa invece è la versione borghese-surrealista del noir, il noir timido, in cui l’uomo vive le sue fantasie con due donne, invece di compiere l’atto di audacia che comporta sceglierne solo una. Le ama entrambe, questo è il suo problema.

La Signora di Shanghai (1947) di Orson Welles è un piccolo capolavoro complicato, enigmatico e coinvolgente, Welles e Rita Hayworth dominano lo schermo in performance eleganti. La sceneggiatura, scritta da Welles con altri co-autori, è estremamente prolissa, complessa, a volte più che leggermente astrusa, ma l’effetto complessivo è la creazione di un mistero confuso, oscuro e turpe. Dopotutto, non si va a vedere un film di Orson Welles per vedere una trama semplice e carina e le star che vivono sempre felici e contente.

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